Joe Ghatt – Caper (Six Tonnes De Chairs / Third Eye Stimuli / Echodelick, 2024)

Joe Ghatt torna dalla Nuova Zelanda con un carico che fa il pari con il suo debutto Banana Sludge, ormai datato a cinque anni fa. Sempre affiliato alla francese Six Tonnes de Chair Records, che negli anni ha pescato le cose migliori in quell’alveo dove r’n’r, pop, ‘60 e psichedelica si mischiano in una risacca salmastra, alle quali si accompagnano per l’occasione la statunitense Echodelick e l’australiana Third Eye Stimuli.
Il suono è quello classicamente aereo quando i fiumi di pop e psichedelica di mischiano. Ritmi leggeri e ballerini, una voce che sembra piovuta da una vecchia tape registrata nel 1983 (o forse ancor vent’anni prima), addirittura flauti e l’impressione di potersi sollevare con una danza aggraziata. In un’intervista diceva diceva di essere cresciuto con musica latina in casa, dai Buena Vista Social Club ai Gipsy King, nozioni che sebbene non lascino una traccia esplicita nel suo stile si avvicinano ad esso per la spontaneità ed il calore con il quale esso si esprime. Probabilmente la condizione migliore per gustarsi Caper sarebbe quella su una spiaggia, al mattino presto oppure verso il tramonto, intorpiditi dal sonno o dalla fatica, facendosi cullare dalle sue onde e quelle degli oceani. Grazie ad accorgimenti stilistici mirati (i fiati di Push Push e le maracas di Orange October ne sono un esempio lampante) Caper viaggia senza mai dare l’impressione di ripetersi, coeso e variegato il giusto. I ritmi sembrano dilatarsi, allungarsi e restringersi come la risacca marina, ed a noi ascoltatori rimane un sorriso ebete sul viso ed un disco con una copertina magnifica ed un contenuto suggestivo e mirabile. Lo aspettiamo dal vivo, intanto facciamo girare i brani, assorbendone i cori e provandoli attorno ai falò.