Moi je suis le Superfreak. Un’intervista con Giuseppe Laricchia

Moi je suis le Superfreak. Un’intervista con Giuseppe Laricchia.

Giuseppe, una delle teste pensanti della Lepers, storica etichetta barese che da più di 15 anni porta avanti un’indefessa produzione a largo raggio, opera come Superfreak da almeno 20 anni (Fallen in Love, insieme a Frogwomen, risale infatti nel 2004). Da Bari a Milano, la famiglia, il lavoro, il nuovo disco. Giuseppe ha scelto Sodapop per dare in pasto al mondo il suo disco e noi ne siamo ben felici!

SODAPOP: Ciao Giuseppe, iniziamo senza troppi preamboli…sono andato ad esplorare le tue dichiarazioni passate e mi manca all’appello un disco rap in greco antico che avevi promesso al tuo pubblico, che accadde?

SUPERFREAK: Ah, un fail! Ho fatto tre pezzi e…non sapevo rappare, non sapevo il greco antico e mi sono un po’ frenato! Non che sia finito, però si è un po’ arenato per una mia incapacità particolare in quell’area!

SODAPOP: Sui due lati quindi? Greco e rap?

SUPERFREAK: In realtà avevo trovato qualcuno che mi aveva scritto i testi in greco bizantino, non in greco antico perchê è un po’ medievale, le pronuncie per me non sono poi questo grande problema ma comunque ho un po’ mollato…due o tre pezzi li ho fatti! Uno dedicato a Focas, uno in latino su Costantino e ne avevo fatto un terzo ma non ricordo su quale imperatore!

SODAPOP: Ok, è lì ed è iniziato…però sei anche tornato come Superfreak, il che è cosa buona!

SUPERFREAK: Sì, quello ormai sono io..è difficile staccarmene…


Lepers and Jesus

SODAPOP: Quando hai iniziato a produrre e suonare? Alla fondazione di Lepers Production oppure eri già attivo prima?

SUPERFREAK: Mah, avevo già un gruppo del liceo, di classe, dei quali alcuni poi si sono trasformati in lepers…diciamo che con Alterjinga Lepers ho iniziato un po’ quella, con una certa costanza nel fare musica e dove ognuno di noi ha iniziato un suo progetto personale e quindi ci siamo detti che eravamo diventati un’etichetta, visto che avevamo dversi gruppi nonostante fossimo soltanto cinque persone!

SODAPOP: Quanto tempo è passato da allora? Una quindicina d’anni buone? Ancor di più?

SUPERFREAK: Secondo me son venti tipo…

SODAPOP: Ricordo di avervi incontrato la prima volta ad un Tagofest già carichi di CDR, quindi presumo già vi sbatteste da un tot…

SUPERFREAK: Allora, ai tempi partimmo con l’accelleratore in realtà, facendo un casino di album, però credo fosse il 2004, con l’esordio degli Alterjinga dove, per la prima volta, finì il logo della Lepers. Credo che al Tagofest ci andammo nel 2006/2007 anche se non c’è niente di certo!

SODAPOP: C’è una certa fatica a focalizzare gli anni ma di certo ci incontrammo, ero giù con il banchetto di P&A in quelle edizioni. Lepers Productions ha sempre dato un’immagine di sé abbastanza storta, musicalmente parlando, però come Superfreak, fondamentalmente, sei quasi un cantautore classico?

SUPERFREAK: Beh in realtà…questo è vero, ma se poi guardi i progetti che poi sono diventati i nostri solisti sono andati tutti nell’orbita del cantautorato, quasi come se rimanendo da solo si facesse quella roba lì. Da solo cantautorato, dai due via casino! Poi Superfreak nasce quando mi prestarono una chitarra, io suonavo il basso e da lì ho iniziato con gli accordi. Il primo disco sono 80 minuti di me che imparo degli accordi e faccio dei brani con quelli!

SODAPOP: Dalla teoria alla pratica, mi sembra giusto! Io ti ho visto dal vivo l’ultima volta ormai penso quasi un anno e mezzo fa, con Cazzurillo e Totale! A Milano, presumo a fine 2022. L’album esce ora: quanto ti ci è voluto lavorare al disco a livello di composizione e registrazione?

SUPERFREAK: Allora, la cosa che mi cambia con l’età è che ci metto tantissimo adesso rispetto a prima! Non tanto a fare i pezzi ed a fare gli album, giâ l’album prima era un po’ scritto con la tastiera. Per questo ho comprato una tastiera midi da attaccare al computer e durante il covid
mi sono messo a fare le colonne sonore delle call nella riunioni di lavoro. Lavoravo con questi organi, notizia buona maggiore e notizia brutta minore (anche se la sentivo solo io)!

SODAPOP: Che lavoro fai Giuseppe?

SUPERFREAK: Pubblicità, anche se in campo medico e quindi con temi piuttosto pesanti ma di base è pubblicità.

SODAPOP: Quindi immagino che l’organo in minore andasse alla grandissima?

SUPERFREAK: Sì, anche se in realtà c’è tanta speranza, il farmaco nuovo che sembra una bomba!

SODAPOP: Sono applicazioni molto interessanti comunque queste…

SUPERFREAK: Quindi nei momenti vuoti a casa iniziava a suonare il piano, abbozzando le cose in maniera terribile registrando con il telefono cellulare e ritrovandomi con una caterva di pezzi e micropezzi che ho suonato, rimasticato accorpandoli e lasciandoli per un bel po’, quando poi, periodicamente, dico a Jacopo Fiore di Hysm?: Ce l’ho il disco!
Allora ci organizziamo per vederci, lui vive a Perugia ed io sono a Milano, facciamo questa tre giorni in cui gli spiego i pezzi, creiamo le parti e le registriamo, in un momento proprio furia!

SODAPOP: Ricordo che in quel live con te ad un certo punto suonò anche Rella…ci ha messo le mani anche lui oppure era solo un ospite?

SUPERFREAK: No, in questo disco meno. Diciamo che negli ultimi due album, uno l’ha mixato lui e nell’altro mi è stato molto d’aiuto con i suoi pareri ed i suoi consigli. Su questo no, glie l’ho fatto sentire solo alla fine e non ho nemmeno capito se gli sia piaciuto!

SODAPOP: L’importante è che sia soddisfatto tu…credo! Sei una persona che cerca un parere negli ascoltatori?

SUPERFREAK: Mmh, sì, mi piace! Ho capito che i miei dischi sono degli strumenti per parlare di cose e quindi parlo tanto di diversi argomenti…faccio parlare delle persono su cose che di norma non dicono…sono curioso, sì!

SODAPOP: Fondamentalmente la musica è un metodo espressivo: di norma lo si fa parlandoci o scrivendo in codici strani e voi utilizzate anche la musica, quindi mi sembra che questo abbia un senso!

SUPERFREAK: Sì, sì, sì, sì, secondo me c’è tanto di chiacchiera o comunque di discussione sui dischi che faccio ed è anche per quello che ci metto tanto! Ci sono ad esempio due persona, Sguanci di Djeco (che non ha suonato nulla), al quale ho spedito le bozze e mi sono confrontato parecchio, mentre l’altro è Lorenzo Incardona che nell’altro disco mi aveva dato un amano sulla parte semiotica (è lui che parla greco bizantino) ed è una persona con il quale ho discusso su determinati temi, in questo senso i testi.

SODAPOP: Sei in giro da diversi anni e sei ormai a Milano da quanto tempo?

SUPERFREAK: 10 anni ormai

SODAPOP Chi si ascolta Superfreak? Sei riuscito a capire a chi vai a parlare? Qual è il tuo pubblico di riferimento?

SUPERFREAK: Allora. È un’ottima domanda…perchè secondo me partivo con Superfreak che era la parte meno divertente della Lepers, quasi una musica che scrivevo per me solo. Poi in realtà ha avuto una certa regolarità, con momenti diversi…il grosso comunque sono altri musicisti, gente con la quale ho suonato incrociandola. In realtà forse, rispetto agli altri miei progetti è quello dove ho più risposte da parte di gente esterna. Non ho però un profilo standard…

SODAPOP: creado che comunque lo spazio per l’ascoltatore casuale nella tua musica ci sia. Sei orecchiabile, hai i brani, potresti essere anche un minimo spendibile rispetto a quel che facevi anni fa…

SUPERFREAK: Sì, ma è anche un po’ il discorso dei generi, hai capito…quando tu suoni forte, suonando forte trovi un pubblico che cerca quello, poi si capisce quale sia la musica forte preferita ma se c’è il ritmo e pompi, per così dire, le chances le hai. Invece per chi ascolta il mondo dei cantautori credo ci sia una predisposizione un po’ diversa.

SODAPOP: Predisposizione che però credo molti abbiano, se pensi al cantautorato anglofono c’è un mondo di ascolti ad esempio…

SUPERFREAK: Quello della lingua è un tema. Ho iniziato un pochino in portoghese con gli Arabia Saudade, magari arrivare a cantare in italiano mi paicerebbe ma è una cosa che non so fare. È anche vero che il grosso del pubblico che ho è italiano ma anche in Texas qualcuno mi ascolta! Mi hanno chiamato ieri, alla fine il disco esce anche in Texas ed anche lì un pubblico potrà fruirne.

SODAPOP: È l’eterno dibattito quello della lingua. Dalla tua esperienza con Lepers credo che il vostro pubblico potesse arrivare sia da Ancona che dal Michigan, non vi ho mai visto come una cosa locale per così dire.

SUPERFREAK: Sì, sì, sì certo! Per ora ho capito che mi muovo bene su qualsiasi lingua tranne l’italiano comunque! L’inglese al momento mi lascia più libertà di sbagliare o anche di dire delle cose banali, ecco…

SODAPOP: Tornando al cantautorato invece, che tipo di DNA di ascolti hai? Quali sono le tue radici a livello di crescita culturale e di assorbimento? L’hai sempre avuta?

SUPERFREAK: No, no, l’ho sempre avuta in qualche modo. In realtà per una gran parte della mia vita ascoltavo solo Frank Zappa che non è proprio cantautorale, però anche Sid Barrett, Neil Young, Daniel Johnston, anche i Beatles, molta roba che quindi non mi è aliena. D’italiano sono appassionato a Paolo Conte, mi piacciono Ivan Graziani, Edoardo Bennato quelli che mi venogno in mente al momento, poi i classici, Battisti e così via, questo era il mondo.

SODAPOP: Essendo in auge da così tanto tempo che tipo di cambiamento ha avuto la musica all’interno della tua vita? Suoni e produci come 20 anni fa od è diventato altro? Quanto tempo della tua vita prende il suono?

SUPERFREAK: è cambiato molto essendo cambiata la mia vita in questi vent’anni. In realtà è rimasta al centro ma si compone di micro momenti. Mixo nelle pause di lavoro, scrivo mentre faccio altro, poi riesco ancora farmi le mie giornate prendendomi il tempo ed imparando le linee di basso ma per la maggior parte del tempo il tutto è cambiato in questa maniera. Rispetto alle relazioni con gli altri gli incastri sono più difficili: c’è molto altro che mi paice da fare, non rimpiango il suonare 20 ore al giorno (sarebbe una merda!) e così mi rimane la voglia di suonare. Poi comunque suono sempre e scrivo sempre, lo faccio ora con la mia figlia maggiore, che ha questo approccio,ha quattro anni, direi malinconico e con lei scriviamo delle canzoni.

SODAPOP: Ascolta la tua musica?

SUPERFREAK: Mmh, quando sente della musica dove suono io mi guarda e fa: “Sei tu! Però è la mamma quella brava!”

SODAPOP: Milano com’è invece a livello musicale? C’è una scena nella quale ti senti minimamente parte o ognuno sta per i fatti suoi?

SUPERFREAK: Guarda, la prima cosa che ho pensato quando mi sono trasferito qui è stata: “Non organizzerò più concerti, tanto sono a Milano!” e l’ho fatto, andandoci come pubblico senza dover organizzare da solo le cose che mi piacevano. Un po’ sì comunque, non so se figlia del periodo pre-Milano, calcola che le persone con le quali ho iniziato ad uscire sono stati gli Eternal Zio, che avevo fatto suonare a Bari con le diverse formazioni nelle quali ruotavano. Poi da lì ne ho conosciuti altri, tante scene e tante cose che poi hanno avuto momenti ondivaghi, picchi per poi sparire. Ora vedo che stanno tornando ad esserci diverse cose che tra l’altro non riesco nemmeno a seguire, tante microscene che sono un po’ più divise a Milano e non un mischione come da altre parti. Sembra che ci siano gli specialisti e quelli di medicina generale per fare un parallelo professionale.

SODAPOP: Tu a livello di pubblico sei an soggetto fedele e circoscritto oppure sei aperto a diverse cose?

SUPERFREAK: No, ascolto cose diverse! Ammetto di preferire i concerti medio piccoli perché costano di meno e posso stare più in avanti, le dimensioni contano!

SODAPOP: È perché sei piccolino!

SUPERFREAK: Forse è quello, in realtà mi faccio trascinare molto. Se connesso a qualcuno che conosco vado piuttosto al buio sulla fiducia.

SODAPOP: Qualcosa che ti ha sorpreso di recente?

SUPERFREAK: Allora, secondo me un concerto fulminante di quest’anno è stato quello di Fernando Dias Gomes. Un amico di Bari, proprietario della Timballo Records, gli aveva prodotto un disco che mi era piaciuto ma io ho questa fissa verso verso il Brasile e non mi era piaciuto tantissimo. A vederlo dal vivo invece mi sono detto: “Ma che bello!” Una cosa incredibile, poi ha suonato due volte a Milano e me lo sono visto in entrambe le occasioni, bellissimo, lo uso per addormentarmi. L’ultimo disco è stupendo, molto basso e voce, bello scarno…


Ricardo Dias Gomes

SODAPOP: Di italiano invece?

SUPERFREAK: Non l’ho visto dal vivo ma volevo risentirmelo…tra l’altro l’ho scoperto leggendo le cose tue perché mi faceva ridere il nome, Nicola Traversa, che è un cognome presente spesso a Bari mi sono incuriosito, “Ma chi è questo?”, poi non è di Bari però mi sono sentito il disco ed è bello!

SODAPOP: SÌ, non lo conoscevo nemmeno io, son belle scoperte all’interno del giro! Dal vivo invece come sei messo? Io ti ho visto un anno e mezzo fa circa, il disco uscirà (per chi tra l’altro?), che cosa ne farete?

SUPERFREAK: Uscirà per Lepers, Marsiglia (che mi sta aiutando per la parte grafica e per la stampa, mi piacciono i colori!) e poi tra qualche tempo per la Digital Hot Dog, un’etichetta di Austin con la quale ci siamo incontrati nell’Internet, ci siamo piaciuti e sta facendo uscire un po’ di cose nostre giù…a quanto pare ad Austin piace! Gli avevo spedito i dischi, pensavo di averli persi ed invece poi mi ha mandato i soldi…poi abbiamo semplificato i rapporti, non gli mando più niente e stampa lui i dischi, tutto è più facile.
Dal vivo ho fatto Biella al 16 di giugno in solo, mentre il 22 con la band, Jacopo Fiore e Sguanci dei Djeko a Lodi, all’arci Porro, forse per un Gay Pride. Poi forse un festival a luglio, a settembre con Cazzurillo a Roma al Fanfulla, di lusso!

SODAPOP: Com’è stato riprendere a suonare dal vivo post-covid? Quanto semplice è?

SUPERFREAK: In realtà per me la difficoltà è che ci muoviamo in 4, mi piace così ed è un po’ più difficile. Poi in realtà due concerti a Milano con questo disco li ho gia fati senza averlo in mano perché volevo farli dove c’erano i pianoforti. Li ho fatti da solo e mi sono piaciuti! Ho suonato con Luca Tanzini all’UNZA e poi con Jonathan James Clancy all’Exalge per Volume fuori, è stata una bella serata!

SODAPOP: Com’è dal vivo lui? Il disco mi è piaciuto molto…

SUPERFREAK: Bello pomposo, potrebbe piacerti!

SODAPOP: Mosse per il futuro, che hai in lavorazione?

SUPERFREAK: Stiamo lavorando sul post-mortem degli Arabia Saudade, abbiamo cambiato nome e parte della formazione, sarà un altro gruppo, stiamo decidendo il concept e vedremo dove ci porterà…ci sarà di sicuro Matteo Pennesi con noi che ha cambiato di molto le direzioni.

SODAPOP: Bello! Sono curiosissimo!


Pooky Park (AI-generated 1950s TV commercial for a creepy puppet theme park

SUPERFREAK: Tra l’altro volevo aggiungere che il disco è sull’intelligenza artificiale, è proprio il cuore del concetto e trovo sia una cosa importante…

SODAPOP: Vero! Tu come ti poni rispeto a questa realtâ ed al passo coi tempi?

SUPERFREAK: Io sono terrorizzato…forse basito è la parola giusta. Quando è arrivata sul lavoro vedevo la gente entusiasta, gli parlavano come avrebbero fatto ad un amico: “Dai! Ce la facciamo!” cose così..

SODAPOP: Inquietante!!!

SUPERFREAK: Sì, ma sembravo essere l’unico inquietato da questo. Anche il dire che risparmiamo tempo, non risparmiamo tempo, facciamo di più nello stesso tempo. Un po’ quella roba che è il confine dell’umano, quando ti ritrovi a risolvere captcha od a mettere i semafori per entrare in un sito, forse un domani dovremo sanguinare per dimostrare la nostra umanità. Poi sul fatto del perché dovremo lasciare la parte interessante all’AI: io lavoro e volgio fare la parte divertente, non lasciarla a loro, io vorrei, come il meme che gira in questi giorni, che l’AI mi pieghi i vestiti e me li metta negli armadi, la roba che non voglio fare, non col divertimento!

SODAPOP: Daccordissimo! Io già ho il terrore di Chat GPT, non ti dico il resto. Considera che non capisco nulla di questa roba, mi fido ma ne ho un po’ di terrore, poi ho un po’ di sano disprezzo per questa roba. Sarebbe meglio avere più rispetto per gli umani e più disprezzo per la tecnologia!

SUPERFREAK: Bella questa!

SODAPOP: Giuseppe, grazie mille per tutto a te ed a Superfreak!

SUPERFREAK: Grazie mille a voi di Sodapop!!